Molte persone mi chiedono di descrivere Salvador de Bahia, una città molto particolare, terra del carnevale e dell’acarajé, dei riti afro brasiliani e della capoeira, terra di cultura e profonde tradizioni.
Descrivere Salvador con una sola immagine risulta difficile è per questo che pensando alla capitale soteropolitana la mente corre rapidamente ad un’altra città dove ho avuto il privilegio di vivere e lavorare, una città “magica” che sa incantarti ma anche deluderti nel breve spazio di poche ore: questa città è Napoli.
Salvador come Napoli è una città di mare, la terza del Brasile per numero di abitanti, antica capitale del Brasile è un luogo pieno di bellezza naturale (la Baia, il lungomare e le spiagge della zona metropolitana), di ricchezza culturale (le chiese e il Pelourinho) ma anche di contraddizioni. In quartieri nobili come Barra è facile trovare una piccola parte che ospita favelas, a fianco di persone estremamente benestanti si vedono mendicanti e poveri che non sempre riescono a portare a casa una pagnotta per sfamare la famiglia.
Gli stranieri sono ben accolti, fonte di reddito per il commercio e speranza di giovani baiani e baiane di una vita migliore nell'altra parte del globo. Infelicemente spesso accade che europei e americani di mezza età si accompagnino a giovani ragazze in un rapporto costruito sulla base di interesse reciproco ma non convergente.
Salvador è una città potenzialmente ricca di risorse, così come Napoli, ma come nella città partenopea l’indole “tranquilla” della popolazione locale fa si che le potenzialità della città non vengano sfruttate al 100%, molti soteropolitani si accontentano del poco che hanno perché la scarsa voglia di mettersi in gioco e la poca disponibilità al sacrificio non li porta a migliorare situazioni di vita facilmente migliorabili con un po’ di dedizione e voglia di lavorare.
Qui come a Napoli ci sono molte persone che vivono alla giornata, passando il tempo per strada e aspettando che qualcuno (lo stato in particolare di cui tutti si lamentano) risolva la situazione della loro precarietà.
Napoli
Il Soteropolitano come il Napoletano è generalmente simpatico e ama scherzare con la vita e ridere sul proprio stato, l’autoironia non manca e per risolvere i problemi sempre ci si affida a Entità Superiori tanto che una frase tipica è:” Se Deus quiser (Se Dio vuole)”.Salvador è una città molto “mascolina”, l’uomo ha o si arroga tutti i diritti e la donna deve essere moglie, madre, amante e soprattutto impiegata domestica….è una rarità trovare un uomo che aiuti la propria compagna nei lavori domestici o in cucina e questa infelice tradizione si tramanda di padre in figlio….un poco come succede a Napoli in quelle famiglie vecchio stampo in cui il figlio maschio e privilegiato e l’uomo è il capofamiglia, un piccolo Re Sole all'interno della propria casa.
Salvador è una città che ti sorride e ti incanta ma che non ha pietà se tu non sai restituire lo stesso sorriso, una città che mostra il meglio di sé solo a chi può conoscerne il meglio.
È una città pericolosa come pericolose sono tutte le città al giorno d’oggi, chiaramente bisogna evitare di andarsi a cercare i pericoli…
Insomma Salvador per capirla bisogna viverla e anche vivendola alle volte sa mostrarti una faccia nuova e sconosciuta che sa sorprenderti nel bene così come nel male.
Un consiglio: venite a Salvador senza preconcetti e senza aspettative particolari, imparerete a conoscere una città che saprà appassionarvi o deludervi ma che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
®© Diego Trambaioli
Foto: Google Search
Un consiglio: venite a Salvador senza preconcetti e senza aspettative particolari, imparerete a conoscere una città che saprà appassionarvi o deludervi ma che sicuramente non vi lascerà indifferenti.
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