Breve Storia di Salvador de Bahia



Il 2 di luglio si commemora l'indipendenza dello stato baiano, una data importante che segna il definitivo distacco del Brasile dal Portogallo e che ogni anno viene ricordata con grande entusiasmo e partecipazione nella capitale Salvador. 


La città coloniale

Bahia, divenuta la capitale dell’America portoghese, diventa rapidamente una grande città, seconda solo a LisbonaLe ricchezze ottenute con lo zucchero e la tratta degli schiavi consentono di costruire palazzi nobiliari, chiese, conventi e collegi, facendo crescere un’intensa vita economica e culturale. 
Nasce così l’organizzazione economica e sociale di tipo coloniale imperniata sui Senhores de engenho. Letteralmente engenho significa mulino, ma si deve intendere l’insieme delle piantagioni di canna, dei mulini, delle abitazioni degli schiavi (“senzala”), degli edifici dove abitano il padrone con la sua famiglia e i suoi collaboratori (Casa Grande). 
I “Senhores de engenho” sono i signori di questo piccolo mondo che creano uno stile di vita fortemente autoritario e conservatore.


I tentativi di occupazione olandese
I portoghesi organizzano subito una nuova squadra navale sotto la guida di Pedro Alvares Cabral e ripartono verso la favolosa India ma devono fare i conti con i capricci dei venti dell’Atlantico che invece di guidarli oltre il Capo di Buona Speranza in Africa, li fanno imbattere ad occidente in una terra sconosciuta che sarà poi chiamata Brasile. 
Una spedizione nell'anno successivo porta i portoghesi a scoprire una grande baia che l’italiano Amerigo Vespucci chiama “Bahia de Todos os Santos”: è infatti il primo di novembre del 1501, giorno dedicato nel calendario cattolico a tutti i santi. 
Per alcuni decenni i Lusitani trascurano la scoperta, perché qui non vi sono né oro né argento come nelle terre scoperte dagli spagnoli. 
C’è solamente il Pau-Brazil, un albero utilizzato nella tintura delle stoffe, che per alcuni anni resta la principale risorsa di queste terre. Dopo alcuni tentativi di colonizzazione dagli scarsi risultati, la corona portoghese organizza una grande spedizione che, alla guida di Tomé de Souza, fonda il 20 marzo 1549 una città che verrà chiamata São Salvador de Bahia de Todos os Santos. La città all’inizio ha una vita grama, e serve principalmente per allontanare il pericolo di occupazione da parte di altri europei, i francesi principalmente Bahia, verso la fine del secolo XVI, assiste all’unione per ragioni dinastiche del Portogallo con la Spagna degli Asburgo di Filippo II (1580-1640). 
L’unione ebbe notevoli conseguenze per la città. Infatti, se da un lato l’essere entrata a far parte del grande impero coloniale spagnolo portò ad alcune facilitazioni economiche e a maggiore possibilità di importazione degli schiavi, dall'altro espose Bahia agli attacchi di tutti i nemici della Spagna. 
Gli olandesi in grande crescita economica e politica, ma in guerra da lungo tempo con la Spagna, tenteranno infatti di impadronirsi dei luoghi di produzione di quello zucchero che acquistano a Lisbona per poi rivenderlo, con immensi guadagni, in tutta l’Europa settentrionale. 
Così nel maggio del 1624, una potente flotta delle Province Unite si presenta di fronte a Bahia e la occupa dopo alcune scaramucce. Ma la resistenza dei Baiani impedisce agli olandesi di consolidare la loro posizione. 
Verso la fine del mese di marzo dell’anno seguente una potente flotta luso-spagnola arriva e riconquista rapidamente la città. Tra le truppe che combattono vi sono anche cinquecento Napoletani: infatti anche il Regno di Napoli era sotto la corona spagnola. 
Nel 1638 la città subisce un nuovo assalto da parte degli olandesi che questa volta non riescono ad occuparla difesa come è dal conte di Bagnoli, un napoletano al servizio degli spagnoli. Nonostante i ripetuti assalti olandesi, la città vive una grande stagione di sviluppo economico ed artistico: è in questi anni che viene costruita la stupenda città coloniale che vediamo ancora oggi. 
Nel 1640, infine, il Portogallo riacquista la sua indipendenza dalla Spagna sotto la dinastia dei Braganza.
Ma se le terre attorno a Bahia non posseggono i tanto agognati giacimenti di minerali preziosi, hanno un ottimo terreno, condizioni climatiche e grandi spazi adatti alla coltivazione di una canna da cui si ricava lo zucchero. I portoghesi hanno appreso dai tempi dell’occupazione araba della Sicilia, la tecnica di produzione di questo prezioso bene e già da tempo coltivano la canna nelle isole Azzorre e a Madeira. 
Lo zucchero per poter essere prodotto ha bisogno di molta mano d’opera e il piccolo Portogallo ha una popolazione modesta e poco disponibile a sottoporsi al duro ed economicamente poco vantaggioso lavoro nelle piantagioni di canna. Né lo sono in Brasile le popolazioni indigene, gli Indios, che non sopportano le dure regole del lavoro e sono vittime di periodiche e devastanti epidemie provocate dalle malattie importate dai portoghesi.

La decadenza
La crisi del Portogallo, ormai ridotto a potenza di secondo livello, e la concorrenza economica di altre colonie, aprono una lunga fase di crisi,
la decadenza
ponendo fine a quello che è stato chiamato il “ciclo dello zucchero”.
Nonostante l’introduzione di altre colture come il cotone e il tabacco, usato come merce di scambio per acquistare schiavi in Africa, il ruolo di Bahia nel Brasile portoghese va lentamente ma costantemente decrescendo. A sud, nel Minas Gerais, vengono scoperte le tanto desiderate miniere d’oro e di pietre preziose. Questo sposta il centro dell’attenzione dei portoghesi lontano da Bahia. È per meglio controllare queste nuove e lucrative attività economiche che nel 1763 la capitale viene spostata a Rio de Janeiro, accentuando la decadenza dell’economia e della società baiana. La fine del secolo vede giungere le idee dell’illuminismo e della rivoluzione francese. È il principio dell’uguaglianza di fronte alla legge a spingere i bianchi poveri, i mulatti, i meticci, i negri liberi e gli schiavi nella “Conjuração baiana ou dos alfaiates” (la Congiura baiana o dei sarti): un movimento rivoluzionario dai contenuti fortemente democratici e po-polari che fu una delle più im-portanti manifestazioni anticoloniali della storia del Brasile.


L’indipendenza
Don Pedro II imperatore del Brasile
Sono le vicende dell’Europa napoleonica a far esplodere una realtà ormai matura: la proclamazione dell’indipendenza del Brasile e di Bahia. Il re portoghese Dom João VI era ritornato in Europa, da cui era partito nel 1807 per sfuggire alle armate napoleoniche. Nel 1821, in seguito ai moti rivoluzionari di Porto aveva designato il figlio Dom Pedro come reggente del Brasile. L’anno successivo, il 7 settembre, Dom Pedro dichiara l’indipendenza del paese dal Portogallo nominandosi Dom Pedro I, Imperatore del Brasile. L’impero non ha grandi problemi ad affermare la sua sovranità salvo che a Bahia.
Teresa Cristina, sorella del Re delle due Sicilie
Qui le truppe portoghesi, sotto la guida di Madeira de Melo, rimangono fedeli al Portogallo facendo così scoppiare la guerra di indipendenza. Dopo alterne vicende belliche, i brasiliani riescono a stringere in un duro assedio Bahia. Il 2 luglio le truppe brasiliane vi entrano dopo che i portoghesi si sono imbarcati per la madre patria. Questa data è divenuta la festa per l’Indipendenza dello stato di Bahia. Uno degli avvenimenti più significativi di questo periodo è la rivolta del “Malés”. Con questo termine si indicavano a Bahia gli schiavi di etnia Haussa e Nagô, in genere islamizzati e quindi con un livello culturale ben superiore a quello di tutti gli altri schiavi negri africani. Proprio per il loro maggiore livello culturale avevano dato vita a vari tentativi di rivolta.       Nel 1835 vi fu quello più serio, quando assalirono Bahia e si scontrarono direttamente con l’esercito. I combattimenti furono particolarmente duri e i Malè caddero a centinaia prima di arrendersi. Subito dopo si scatenò una delle repressioni più dure della storia di Bahia. Quindi, Bahia vive una breve esperienza di Repubblica indipendente durante la rivolta della “A Sabinada” 1837-1838. Poi tutto si quieta e nel 1888 si avrà, come in tutto il paese, l’abolizione della schiavitù.


L’oggi
Bahia partecipa da protagonista a tutti gli avvenimenti della storia contemporanea del Brasile: dalla Rivoluzione alla creazione dello “Estado Novo” del Presidente Getulio Vargas, al forte movimento popolare che chiedeva, nel 1942, l’entrata in guerra del Brasile contro le potenze dell’Asse. Nel 1945 il paese ritorna alla democrazia che dura fino al 1964, quando viene instaurato un regime militare. I primi anni Ottanta vedono il ritorno graduale alle libertà civili con l’elezione diretta del governatore dello Stato e dei sindaci dei Comuni. Nella seconda parte del secolo XX Bahia si è caratterizzata per una grande vivacità culturale. Movimenti come il Cinema Novo, la Bossa Nova e il Tropicalia hanno profondamente influenzato la cultura di tutto il Brasile. Sul piano economico gli anni Sessanta e Settanta hanno visto la creazione attorno a Bahia di grandi poli industriali come il Centro Industriale di Aratu e il Polo Petrolchimico di Camaçari. Il nuovo millennio si apre con uno sviluppo economico del Nordeste e di Bahia doppio di quello del Brasile, circa il 5,5% o 6% annuo.


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