Breve Storia della Repubblica Brasiliana


Nel 1889, il Brasile divenne una repubblica, grazie ad una rivoluzione pacifica, guidata da Deordo Da Fonseca, capo dell'esercito imperiale. Da Fonseca divenne il primo presidente del Brasile, ma la sua leadership durò solo due anni. 
Nel 1891, Da Fonseca promulgò una Costituzione presidenziale e federalista, basata sul modello statunitense, in cui il presidente della Repubblica era capo dell'esecutivo e il vasto territorio era diviso in Stati con propri organi di governo.
Il paese, infatti, prendeva il nome di Repubblica degli Stati Uniti del Brasile, cambiato solo nel 1967 nell'attuale Repubblica Federale del Brasile. 

1930-1954 - Getúlio Vargas e la Seconda Repubblica
Il ventesimo secolo fu caratterizzato da una serie di rovesciamenti politici. Una delle figure che maggiormente influenzarono la politica brasiliana fu Getúlio Vargas, sostenuto nella sua ascesa al potere dalla coalizione progressista Alleanza Nazionale Liberale e dalle forze militari. 
Nominato presidente il 3 novembre 1930, Vargas abolì la Costituzione del 1889, e nel 1933 indisse le elezioni per la creazione di un'Assemblea Costituente (per la prima volta con suffragio universale) che nel 1934 approvò una nuova Costituzione e lo elesse presidente per un quadriennio. Nasceva così la Seconda Repubblica, con un sistema presidenziale federale. 
Ma l'opposizione sia da parte comunista che da parte conservatrice, capeggiata dall'Ação Integralista Brasileira, spinse Vargas a sciogliere nuovamente il Congresso e promulgare una costituzione autoritaria (chiamata Costituzione Polacca, per analogia con quella del "regime dei colonnelli" di Józef Pilsudski). 
A partire dal 1937, la politica di Vargas divenne autoritaria, per certi versi molto simile a quella di Salazar in Portogallo, in cui il controllo statale sopprimeva ogni tipo di opposizione. 
Allo stesso tempo, introdusse una serie di riforme sociali, come il salario minimo e una nuova regolamentazione del lavoro, favorendo lo sviluppo economico e industriale del paese. Dopo la seconda guerra mondiale, combattuta al fianco dell'Alleanza Anglo-Americana, in seguito al crescente malcontento popolare, Vargas permise la ricostituzione dei partiti politici. Il 29 ottobre 1945, però, fu deposto dall'opposizione conservatrice, guidata dai generali Eurico Gaspar Dutra e Góis Monteiro.
Dopo le presidenziali del 1950, Vargas ottenne nuovamente la leadership del Brasile, grazie all'appoggio del Partito Social Progressista (PSP), ma il secondo mandato di Vargas, fu segnato da una profonda incertezza, dovuta soprattutto alla mancanza di una solida maggioranza parlamentale. Nonostante la forte ripresa economica, grazie anche alla creazione, nel 1953, della Petrobrás, l'agenzia nazionale per lo sfruttamento del petrolio, l'opposizione conservatrice, ancora una volta appoggiata dall'esercito, riuscì a spodestare Vargas che suicidò il 24 agosto 1954. 

1964-1985 - Il regime militare
Dieci anni dopo il suicidio di Vargas, la situazione politica brasiliana precipitò a causa della costante pressione delle forze più conservatrici, tanto che il 31 marzo 1964 le Forze Armate realizzarono un golpe ai danni del presidente João Goulart, ex ministro del lavoro di Vargas. 
In vent'anni, si susseguirono quattro presidenti che, in maniera sempre più spiccata, repressero nel sangue ogni forma di opposizione.
Il periodo più duro fu quello legato alla presidenza del Generale Emilio Médici. Dal 1969 al 1974, la polizia arrestò, torturò e uccise centinaia di sospetti terroristi o appartenenti ai gruppi marxisti. 
I primi segnali di apertura arrivarono nel 1979 con la nomina a presidente del Generale Figueiredo. Tra i primi atti in senso democratico arrivarono lo stesso anno della sua salita al potere, nel 1979, infatti, Figueiredo abolì la censura, scarcerò i prigionieri politici e reintrodusse il multipartitismo, tanto da permettere ai dissidenti arrestati durante gli anni '60 e '70 di candidarsi alle elezioni municipali del 1982. 

1985 - Di nuovo la democrazia
Dopo le aperture di Figueiredo, il regime militare nominò nel 1985 Tancredo Neves, il primo presidente civile, che, però, non assunse mai l'incarico, a causa di un'infezione contratta in seguito ad un'operazione. Al suo posto, assunse la carica José Sarney che governò il paese fino al 1989. 
Buona parte degli anni '80 e degli anni '90 furono caratterizzati da una costante inflazione, nonostante gli sforzi del governo e l'introduzione di due nuove monete, il cruzado (che sostituiva il vecchio cruzeiro) e il cruzado novo. I vari piani economici del presidente Collor e di Franco (vice di Collor salito al potere dopo l'impeachment di quest'ultimo) non riuscirono a regolare la crescita economica in modo da offrire al paese un'equa distribuzione della ricchezza.

Il Brasile contemporaneo.
Il presidente operaio 
Per la prima volta nella storia del Brasile, dalla tornata elettorale del 2002, uscì vincitore il candidato del Partito dei Lavoratori (Partido dos Trabalhadores, PT) Luiz Inácio da Silva, detto Lula. Uomo del popolo, appassionato di telenovelas, senza dubbio l'elezione di Lula ha cambiato il volto della politica brasiliana. 
Figlio di un contadino analfabeta, Lula cominciò a lavorare come sciuscià piccolissimo e imparò a leggere a soli 10 anni. Appena ventenne si trasferì in una città industriale vicino San Paolo, dove cominciò a lavorare come metalmeccanico. In un incidente perse il mignolo sinistro. 
La carriera politica di Lula iniziò nel 1969, dopo la morte della moglie per epatite. Nel giro di pochi anni divenne il capo dell'Unione dei Metalmeccanici, gettando le basi del futuro Partito dei Lavoratori. 

Il primo mandato di Lula
La sfida del presidente operaio si è incentrata sulla riduzione della disparità economica all'interno della società brasiliana, il Brasile, infatti, risultava essere il settimo paese peggiore al mondo per la distribuzione di rendita. Uno degli strumenti per ridurre tale divario è stato il programma Bolsa Familia, introdotto nel 2004. 
Attraverso questo programma, più di 11 milioni di famiglie con figli a carico (per un totale di 46 milioni di brasiliani), hanno beneficiato di aiuti economici fino a 35 dollari, con l'impegno di mandarli a scuola e fare controlli medici regolari. Dal punto di vista finaziario, invece, il governo di Lula ha rassicurato i mercati, mantenendo un'economia stabile tanto da ottenere il surplus nel budget come richiesto dal Fondo Monetario Internazionale. 

Le accuse di corruzione
Nel giugno del 2005, sul finire del primo mandato, uno scandalo travolse Lula e il suo governo. Secondo quanto riferito dal deputato laburista Jefferson, e Duda Mendonca, pubblicitario di Lula, diversi membri del Pt avrebbero incassato nel 2003 somme pari a 4 milioni e mezzo di dollari, depositati alle Bahamas. 
Tali somme erano versate a deputati del PT perché votassero progetti che stavano particolarmente a cuore all'esecutivo. In risposta alle accuse, l'11 agosto 2005, Lula apparse in televisione, col volto visibilmente commosso, chiedendo scusa ai brasiliani, dicendo di essere stato tradito dagli stessi compagni di partito, con pratiche "di cui non ho conoscenza". Nonostante lo scandalo, nelle consultazioni del 2006, Lula ottenne il 60% dei voti, raggiungendo il massimo delle preferenze mai ottenute da un presidente. 

Dilma Rousseff
Nelle elezioni del 2010, a risollevare le sorti del Partito dei Lavoratori è stata Dilma Rousseff, la prima donna a ricoprire la massima carica politica del Brasile. Nominata come successore dallo stesso Lula, la Rousseff era stata ministro dell'energia nel 2003 e capo dello staff durante il secondo mandato dell'ex presidente. 
La scelta di puntare sulla Rousseff è stata una conseguenza degli scandali che avevano gettato nel fango buona parte della dirigenza del partito dei lavoratori. La Rousseff infatti rappresenta, da un lato, la continuità con la politica di Lula, ma anche uno degli esponenti più di prestigio del Partito. 

Impeachment
Il 31 agosto 2016 la presidente Dilma Rousseff viene sollevata (61 voti favolrevoli contro 20 contrari) dal suo incarico e sostituita dal vice presidente Michel Temer che attualmente occupa il ruolo di Presidente della Repubblica. 

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